A
volte siamo capaci di fare di tutto, pur di non fare l’unica cosa che desideriamo
veramente.
Magari
fosse una forma lucida di abnegazione, un voto consapevole di infelicità.
Purtroppo
non è un’amputazione, non esce sangue e non ci sono cicatrici, almeno apparentemente.
Non
c’è diagnosi, prognosi, decorso né convalescenza. In realtà stai benissimo.
Manca
perfino un evento spartiacque, un trauma da scaraventare prima nell’oblio e da
far riemergere poi attraverso ricordi confusi.
Succede
un poco alla volta, abituandosi a fare spallucce, allenandosi a distogliere lo
sguardo, continuando a ripetere: “Poi vediamo”.
Si
possono coprire distanze enormi indietreggiando di un centimetro al giorno.