È proprio vero! Prima o poi l’amore arriva per tutti. Basta solo saper aspettare.
Due
mesi fa ho saputo all’improvviso di dover affrontare in tempi da record
la ricerca di una nuova casa e quindi anche un trasloco. Sono stato
scambiato per un piano cottura e venduto a mia insaputa insieme alla
casa in cui abitavo. A dirmelo è stato il tizio che ha fatto l’affare di
comprarci tutti e due, me e la casa, a un prezzo stracciato. Me ne
lamentavo sconsolato con chiunque avesse un paio di orecchie e in molti
provavano a consolarmi dicendomi cose del tipo: "Dai, magari cambiare
casa può portare altri cambiamenti positivi nella tua vita". Ed è
proprio così che è andata.
Poiché la vita ama sorprenderci
nei modi più impensabili, da single incallito quale ero mi sono
ritrovato fidanzato prima ancora di finire il trasloco.
La mia
anima gemella non lavora presso la ditta a cui ho affidato il trasloco.
Anche perché ad occuparci di quest’ultimo siamo stati io e i più
volenterosi tra i miei amici automuniti.
Mi sono fidanzato con la
sorella del proprietario della mia nuova casa. Ho sempre creduto nei
colpi di fulmine, ma non immaginavo che certi fossero così violenti da
funzionare addirittura a distanza, tramite intermediari.
Mio
cognato insieme alle chiavi mi consegna la seguente raccomandazione:
"La casa è intestata a mia sorella. Se qualcuno nel palazzo ti chiede
chi sei, tu dì Song ‘o nnamurat ‘e Ilaria".
Tacendo le
mille domande che mi saltano in mente, provo a cercare da solo il motivo
che si nasconde dietro tale, bizzarra raccomandazione. Forse mio
cognato ha paura di essere denunciato perché affitta l’appartamento a
nero. Capirai, mi risulta che crimini ben peggiori passino del tutto
inosservati. Ma in fondo che mi frega: non ho nulla di cui lamentarmi.
Ho trovato una nuova casa, una fidanzata, un cognato e dei vicini
impiccioni in un solo colpo. La fortuna mi sorride. Se poi lo stia
facendo per sfottermi, beh, tanto lo scoprirò solo più in là. Come se
non bastasse mio cognato aggiunge pure: "Non ti preoccupare, fai bella
figura: mia sorella è una bella ragazza".
Spero solo che
lui abbia dei gusti simili ai miei, o quantomeno affidabili, perché io
la mia fidanzata Ilaria, anche se stiamo insieme già da due mesi, ancora
non l’ho vista. A ritirare gli affitti e a risolvere vari problemi di
manutenzione è venuto sempre lui. Che fratello maschilista e possessivo:
se la tiene segregata in casa a preparare il minestrone. E poi i vicini
mica sono scemi: posso mai essere fidanzato con una donna invisibile?
Resto in mezzo alla strada, tu… Ilaria, sei così gentile da ospitarmi
nella casa intestata a tuo nome, e poi non passi neanche una sera a
farti una spaghettata con me?
Lo so, non sono l’unico impegnato in
una storia a distanza. In tanti sentono la propria metà per telefono,
su skype. Io fino a ieri non ho potuto neanche aggiungerla su Facebook
perché ne ignoravo perfino il cognome.
Poi stamattina è
finalmente arrivata la prima bolletta. L’Enel, senza sapere di farmi un
grande favore, mi ha spifferato nome e cognome. Peccato che Ilaria su Facebook non sia registrata col suo nome anagrafico, ma con uno
pseudonimo o un nome d’arte che ignoro. O almeno così spero: dio mi
scampi dall’essere fidanzato con una di quelle tipe snob
pseudoalternative che per distinguersi dal gregge non sono su Facebook.
Però,
se anche appartenesse a questa categoria, almeno Ilaria è una brava
persona. Questa è l’unica casa di suo possesso, l’unica in cui ha
installato un contratto Enel. Non è come certi miei ex proprietari
palazzinari, che avevano vari buchi di culo sparsi per i vicoli di
Napoli e li riempivano di letti a castello senza neppure avere una bella
sorella con cui far fidanzare gli affittuari.
L’Enel ha chiesto a
Ilaria solo quindici euro per ben due mesi di utenza. Perfino l’Enel,
quando ha a che fare con una brava persona, se ne accorge comportandosi
di conseguenza. Inutile specificare che farò il cavaliere pagando di
tasca mia questi quindici euro.
Domani chiedo a uno dei miei
vicini impiccioni qual è l’ufficio postale più vicino. Così pago la
bolletta e familiarizzo definitivamente col quartiere, aggiungendo alla
mia mappa mentale anche le poste. E la prossima volta che mio cognato
viene a ritirare l’affitto, insieme ai soldi gli lascio un pensierino da
consegnare a Ilaria da parte mia. Magari un portachiavi con l’iniziale
del mio nome o uno di quegli orsetti di peluche con su scritto "I love
you". Sperando che lo stronzo non lo butti via per non distrarre la mia
amata dal minestrone.